Le guerra del Peloponneso e la crisi della polis

La guerra del Peloponneso e la crisi della polis

Lo scontro tra Atene e Sparta, ormai inevitabile per motivi ideologici e di supremazia sull’area greca,scoppiò quando il re spartano Archidamo invase l’Attica. La prima fase della guerra, che non alterò l’equilibrio greco, terminò con la pace di Nicia, ma riprese poco dopo in Sicilia, dove l’ateniese Alcibiade condusse la flotta per aiutare Segesta in lotta con Siracusa, alleata di Sparta. Per Atene, che perdette tutte le navi, fu la catastrofe. Sparta allora occupò Decelea, un centro vicino ad Atene, e chiese aiuto ai persiani. La Lega di Delo si sciolse, Atene rimase isolata e lo spartano Lisandro potè così occupare Atene e vincere la guerra, che lo storico Tucidide chiamò “del Peloponneso”.

Da quel momento in avanti, per più di mezzo secolo si susseguì una serie di guerre che imposero di volta in volta brevi momenti egemonici, dapprima di Sparta, poi di Tebe, con la Persia che muoveva i fili dall’esterno imponendo sovente il suo volere.

Ad Atene, in seguito alla sconfitta subita nella guerra del Peloponneso, fu instaurato un regime oligarchico detto “dei Trenta Tiranni”, ma dopo un anno, i democratici ristabilirono una democrazia moderata.

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