La Crisi Della Repubblica
Riforme mancate e guerra civile, la repubblica in crisi.
Verso la metà del II secolo a.c. dopo l’espansione nel Mediterraneo Roma si trova controllata dai nobili volenterosi di trattenere i propri privilegi.
Il ceto dei Senatori mostrava un’incapacità di rinnovamento, ovvero che non era in grado di sbloccare la situazione tenuta sotto controllo dai ricchi proprietari terrieri.
Anche all’interno del ceto nobile però si vennero a creare delle divergenze, in particolare tra coloro che volevano modificare alcune leggi per aiutare i poveri e coloro i quali invece volevano mantenere lo stato in cui erano di nobili benestanti. Si crearono così due schieramenti:
– Gli OTTIMATI, ovvero i migliori, i quali si definivano i conservatori della nobiltà dei senatori.
– i POPOLARI, ovvero la minoranza delle persone costituita da chi voleva effettuare un cambiamento, la quale però godeva dell’appoggio dei cavalieri,plebei ed italici.
Tutti loro appoggiavano o meno i clienti in base ai vantaggi che ne potevano trarre.
I fratelli TIBERO GRACCO E CAIO GRACCO erano due aristocratici riformatori legati parentalmente agli Scipioni. Essi compresero che con l’impoverimento dei contadini l’esercito poteva essere compromesso, e con esso stesso la repubblica. Serviva una RIFORMA AGRARIA che ridistribuisse l’agro pubblico tra contadini e proletariato urbano. Tiberio allora presentò nel 133 a.c. al tribuno della plebe il suo disegno di legge ed il Senato non poteva opporsi ,come da legge.
La sua riforma prevedeva la distribuzione a ciascun contadino 500 iugeri e 250 in più per ogni figlio, fino a 1000 e istituì dei lotti invendibili da 30 iugeri così che i ricchi non potessero più ricompraseli.
Il Senato cercò di bloccare il disegno di legge di tiberio ma egli fece approvare la legge dai comizi e cercò di essere rieletto come tribuno della plebe ,ma venne assassinato, fino alla elezione del fratello nel 123 a.c. come tribuno. Egli però data l’esperienza vissuta dal fratello contava stavolta su alleanze politiche e con una legge apposita Gaio aprì anche l’accesso al tribunale (istituito nel 149 a.c. ; giudica reati malversazione tasse) ai cavalieri. Fece passare anche una legge a favore del proletariato urbano, detta LEGGE FRUMENTARIA che prevedeva la vendita del grano a prezzi controllati oltre che far realizzare numerose opere pubbliche e fondare nuove colonie concedendo infine la cittadinanza ai latini.
Gaio venne rieletto tribuno nel 122 a.c. ma a quel punto la “nobiltà senatoria” lo mise in difficoltà fino al 121 a.c. quando non venne rieletto e per i disordini che si crearono, i senatori affidarono i poteri straordinari ai consoli che nella repressione causarono la morte dello stesso Gracco.
Nel frattempo in Numidia morì il re nel 118 a.c. ed il regno venne diviso in 3 parti lasciate ai figli, uno in particolare, GIUGURTA, si proclamerà unico re e ucciderà gli altri e conquisterà il loro territorio, scatenando di fatto tumulto nel senato romano che per fermare questa presa di potere decise tutto di fretta ed intervenì in modo pessimo.
I POPOLARI in rivolta, fecero eleggere CAIO MARIO CONSOLE che immediatamente pose fine alla guerra giugurtina (105 a.c.) e con la RIFORMA DELL’ESERCITO aprì il servizio militare ai volontari e nullatenenti andando a creare un esercito professionale con soldati pagati regolarmente ed in servizio permanente.
Mario venne rieletto per 5 volte dal 104 a.c. e combattè successivamente contro CIMBRI E TEUTONI, popolazioni germaniche, vincendo ad AQUAE SEXTIAE e CAMPI RAUDII nel 102 e 101 a.c.
Successivamente il tribuno SATURNINO voleva ampliare i poteri di mario ma il Senato a quel punto non approvava la decisione e per evitare scontri Mario si ritirò momentaneamente dalla vita politica.
Gli Italici premevano per ottenere la cittadinanza romana e con Mario avevano intravisto la speranza fino a quando Druso divenne tribuno della plebe e nel 91 a.c. progettò di dare la cittadinanza romana agli Italici, ma il suo progetto venne duramente rifiutato dagli ottimati e poco dopo morì ucciso da un sicario.
Gli Italici allora capendo che il Senato non li avrebbe mai ascoltati scatenarono una guerra civile dal 91 all’88 a.c. andando a formare uno stato italico all’interno del territorio romano fino a quando Roma non gliela concesse nell’89 a.c. e con la seguente unificazione di quasi tutta la penisola italiana sotto Roma.
Durante la guerra sociale Roma dovette anche affrontare l’espansionismo di MITRIDATE VI, re del Ponto che cercò di allearsi con le popolazioni locali per vincere Roma. Dichiarò guerra l’89 a.c. , il comando dell’esercito romano venne affidato al console LUCIO CORNELIO SILLA, esponente degli ottimati che venne però subito fermato dai cavalieri e i popolari che affidarono alla fine il comando dell’esercito a MARIO.
Silla non accettò questo cambiamento e marciò in armi contro Roma entrando in città nell’87 a.c. costringendo Mario a fuggire in Africa e facendo rendere conto a Roma che il colpo di stato stava a significare che il nuovo centro di potere era ormai l’esercito.
Ristabilito il potere da parte dei popolari, essi richiamarono in patria Mario che però morì poco dopo lasciandoli senza una vera e propria guida, mentre Silla vinse contro Mitridate.
Con il ritorno di Silla in Italia si riaccese il conflitto tra ottimati e popolari che avevano dalla loro rispettiva parte le truppe di Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo e dall’altra i Sannniti. La guerra si concluse con la vittoria dei Siciliani nella battaglia di Porta Collina nell’82 a.c.
Silla, Tornato poi a Roma si fece nominare dittatore a tempo indeterminato con potere di legiferazione, avendo così il potere di eliminare gli avversari attraverso le LISTE DI PROSCRIZIONE, ovvero di cittadini traditori dello stato. Alla repressione seguì una riorganizzazione delle istituzioni da parte del Senato per rafforzarsi ed indebolire il tribunato della plebe come ad esempio riconquistando il controllo dei tribunali…
Il Senato, ormai dimezzato date le liste di proscrizione di Silla venne risanato di persone tutte seguaci di Silla. Con lui ebbe poi inoltre luogo una grande distribuzione di terre ai veterani e conseguentemente ad essa egli convinto di aver fatto il suo dovere si ritirò dalla vita politica e morì poco dopo.