L’Impero Romano: Teodosio

by · Maggio 4, 2017

Teodosio

Quando Costantino muore nel 337 si apre un’ennesima crisi dinastica dove ne esce Costanzo II, uno dei tre figli, il quale riunisce tutto il potere nelle sue mani e rinnega anche il cristianesimo, morì nel 361 e gli succede GIULIANO L’APOSTATA, molto legato al mos maiorum e decide di portare avanti il culto del paganesimo. Morì nel 363 durante una spedizione contro i Persiani. L’impero venne suddiviso in 2 parti:

Occidente, retto da Valentiniano
Oriente, retto da Valente

La minaccia dei parti tuttavia si univa alle tribù degli UNNI che stavano abbandonando i loro territori natale e premevano sui germani, i quali indietreggiavano premendo sui confini romani.

Nel 370 si ebbe il primo contatto con i GOTI popolazione germanica suddivisa in:

Ostrogoti
Visigoti

Nella battaglia di ANDRIANOPOLI, con l’imperatore Valente nel 378 l’esercito romano subì una pesante sconfitta che portò alla morte anche dello stesso imperatore.

Con la morte di Valente si ha la nomina di Teodosio come Augusto d’Oriente e con la morte di Valentiniano si ha la nomina di Graziano come Augusto d’Occidente (379), anche se sarà ucciso poco dopo nel 383 da un usurpatore.
Teodosio cerca tuttavia di instaurare una politica di compromesso con i germani riconoscendoli come alleati di Roma attuando quindi una sorta di REGIME DI OSPITALITA’ nei loro confronti.
EDITTO DI TESSALONICA (380), proclamava il cristianesimo come unica religione di stato.
Arianesimo però si stava diffondendo molto anche grazie all’opera del vescovo ariano di origine gota Ulfila che aveva convertito i Visigoti e aveva tradotto in lingua gotica la Bibbia.
Teodosio convocò il Secondo Concilio Ecumenico a Costantinopoli nel 381 e istituì anche la figura del primato del vescovo di Costantinopoli sugli altri vescovi dell’Oriente.
Teodosio accolse anche i Goti in Illiria, ma non furono ben accettati poi che la popolazione si rivoltò contro di essi poco dopo e Teodosio massacrò moltissimi cittadini di Tessalonica per reprimere questa rivolta.
Questo atto non passò inosservato poiché Il vescovo di Milano Ambrogio nel 390, scomunicò l’imperatore ed egli per rimediare (tornare imperatore) all’atto compiuto doveva chiedere perdono pubblicamente e questo rappresentò un atto di sottomissione del potere politico a quello spirituale.